C’era una volta il re di un bel paese, che aveva tanti forzieri pieni di monete d’oro. Una volta all’anno, il re faceva portare tutti i suoi averi nella grande piazza del paese e li faceva aprire di fronte a tutti i suoi cortigiani, in modo che rimanessero stupefatti dalla luminosità di quelle scintillanti monete d’oro.
E tutti gli anni, dopo aver mostrato il suo tesoro, il re esclamava: “Anche il cielo invidia la luce dei miei tesori!” E faceva riporre i forzieri.
Un anno, mentre i servi del re si apprestavano ad aprire le casse, si era sentito un forte rimbombo nel cielo. Improvvisamente era calata la notte, e dal cielo era scesa in terra una specie di nube, fitta fitta, che impediva a chiunque di vedere.
Poi la nube si era diradata, e nel cielo era tornato a splendere un bel sole. Gli occhi del re si stavano riabituando alla luce e… incredibile! Il tesoro era scomparso! Non c’era più una sola moneta d’oro nei forzieri!
Il re era disperato: “Ma dove sono finiti i miei tesori?”, continuava ad urlare, correndo da una parte all’altra della sua reggia. E urlò fino ad impazzire, l’ormai povero re.
Quella notte, il cielo pulito del paese, risplendeva di tante, bellissime stelle. Come non se ne erano mai viste prima.
Da quella notte, tutti i poveri del paese guardano ammirati le stelle del cielo, perché quella è l’unica ricchezza che possiedono. E quando le guardano sono felici, perché quelle stelle sono il tesoro di tutti. E allungano le loro mani verso il cielo, nel tentativo di toccare le stelle. Ogni tanto qualcuno ci riesce. E tocca il cielo con un dito.