Farfalla

Asciutto.

E’ una regola da continuare ad imparare.

Quando si scrive bisogna essere asciutti. Andare al punto. Solo così si riesce a conservare l’attenzione di chi legge. Io, ogni tanto me ne dimentico, e fantastico.

Di sangue, di carne.. inutile. Bisogna asciugare il tutto. Bisogna essere precisi. E’, o vorrebbe essere, il mio mestiere.

Il punto è: cos’è stato fino a qui? E’ stato inseguimento (il mio, nei tuoi confronti), è stata accoglienza (la tua, nei miei confronti). Poi le regole sono cambiate, non so perché. Anche tu hai inseguito me, anche tu mi insegui. Anche io ti accolgo. Io ti aspetto.

Siamo stati complici, siamo complici. Nel retro di una macchina scomoda. Abbiamo passato più tempo in quella macchina che all’oratorio (almeno, per me vale).

Abbiamo parlato di cose inutili. Abbiamo sentito musica bellissima. Abbiamo amato, oh sì che abbiamo amato. Ognuno l’avverso.

Abbiamo danzato, almeno io ho danzato (tu hai osservato). Ci siamo spostati (io non so stare fermo). Ci siamo spogliati.

Non mi ricordo più se la tua faccia è sempre stata la stessa. Non credo. Credo che tu abbia cambiato faccia, così come hai cambiato il modo di darmi le gambe, di aprirle o di chiuderle.

Abbiamo fatto l’amore. Sinceramente. Noi abbiamo fatto l’amore. O abbiamo fatto sesso. Cosa cambia? Una definizione forse? Ma io penso che noi abbiamo fatto l’amore.

Mi ricordo i tuoi occhi, spauriti all’inizio del tempo. Conosco i tuoi occhi consapevoli.

Noi facciamo l’amore. Noi confrontiamo i nostri corpi. Il tuo ha bisogno di nutrimento. Il mio ne ha bisogno, punto e basta.

Altro? Si, c’è altro. C’è il sottotesto. Quello che non si dice, ma un buon autore lo deve riconoscere. Il sottotesto dice che bisogna studiare. Bisogna impegnarsi. Bisogna sudare, se si vuole capire qualcosa in più.

Cosa significa capire? Significa entrare. Significa conoscere. Significa esserci. Significa che anche tu, si anche tu, ci devi essere. Significa non avere paura. Da entrambe le parti.

Cosa vuoi, la nostra è una storia breve.

Nessuno sa cosa significa domani.

Eppure lo sappiamo tutti e due. Perché siamo grandi.

Io ho avuto la fortuna di vedere la crisalide trasmutarsi in farfalla.

E’ una fortuna. Non capita a tutti.

Ora la farfalla deve spiccare il volo. Il suo deve essere un volo leggero, silenzioso, felice, infinito.

Io la lascerò volare. Io sarò la margherita che aspetterà il suo atterraggio. Vola. Se ne sei capace. Farfalla.

Io sono nel cielo. Da sempre.

Ma, ti prego, vola.

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One Response to Farfalla

  1. clo says:

    E finalmente la farfalla si librò nel suo volo. Ma zavorrata dai troppi sottotesti, al secondo battito d’ali precipitò. Nessuna margherita a frenarle la caduta, trovò solo il nudo e freddo suolo autunnale. E capì che non era più nel cielo. Forse non c’era mai stata. Sicchè si staccò le ali, le infilò in borsetta, e cominciò a camminare. Col tempo imparò ad agire come uno scarabeo stercorario. Con la sua pallina evacua illusori sottotesti.

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